I ricercatori negli Stati Uniti hanno condotto una rappresentazione di studio quella un’infezione inibita composto dell’impianto della cannabis con il coronavirus 2 (SARS-CoV-2) di sindrome respiratorio acuto severo in celle umane del polmone.
SARS-CoV-2 è l’agente responsabile della pandemia di malattia 2019 di coronavirus (COVID-19) che continua a spazzare il globo che rappresenta una minaccia alla salute pubblica globale ed all’economia mondiale.
Marsha Rosner dall’università di Chicago nell’Illinois ed in colleghi ha trovato che cannabidiol (CBD) ed il suo metabolita 7-OH-CBD potente ha bloccato la replica SARS-CoV-2 in celle epiteliali del polmone.
Il CBD ha inibito l’espressione genica virale ed ha invertito molti degli effetti che il virus ha sulla trascrizione del gene ospite.
Il composto egualmente ha indotto l’espressione degli interferoni – proteine di segnalazione delle cellule che sono prodotte dalle cellule ospiti come risposta iniziale all’invasione virale.
Ancora, l’incidenza dell’infezione SARS-CoV-2 spettava ad un ordine di grandezza più basso in un gruppo dei pazienti che stavano catturando CBD, rispetto ai pazienti abbinati che non stavano catturando CBD.
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Più circa SARS-CoV-2 e CBD
Il virus SARS-CoV-2 soprattutto registra le cellule ospiti attraverso l’associazione di una proteina virale di superficie chiamata punta all’enzima di conversione dell’angiotensina umano 2 (ACE2) del recettore cellulare ospite.
Il genoma virale poi è tradotto in due grandi polipeptidi che sono fenduti dalle proteasi virali MPro e PLPro per produrre le proteine richieste per la replicazione virale, l’installazione e germogliare.
Rosner ed i colleghi dicono che, sebbene limitati, alcuni studi abbiano riferito che determinati cannabinoidi hanno effetti antivirali contro il virus dell’epatite C ed altri virus.
Ancora, una soluzione orale di CBD già è approvata dal food and drug administration degli Stati Uniti per il trattamento dell’epilessia.
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